sabato 22 ottobre 2011

Emozioni: guerra e pace




Emozioni.. il mondo interiore muta, diventa movimentato, incontrollabile, rosso, caldo, senti il battito del cuore, il respiro veloce.Senti, ti senti.Nella mente, si fa spazio così il corpo ed un'energia libera che divampa.Penso all'amore, a quella pazzia che ci fa danzare sotto la pioggia, come posseduti da Eros, un Dio che reclama follia.
Oppure penso alla paura, che all'opposto evoca un senso di morte, di attacco, di pericolo.
Eppure, se  ci avviciniamo a queste due "entità" interne, Amore e Paura, possiamo scorgere una duplicità, come ogni emozione.Esse possono essere benefiche o farci sentire male, come se viaggiassero lungo due poli, negativo e positivo, percorrendo gradi di intensità nelle due direzioni.
Quello che mi sembra interessante è l'atteggiamento che assumiamo dinanzi ad esse.
Le emozioni si possono osservare come fossimo in cima ad uno scoglio dinanzi al mare in tempesta, prendervi parte senza esserne travolti, oppure cadervi dentro e perdere le coordinate.Oppure ancora , lasciare dietro lo sconvolgimento e correre via, spaventati.
E' come si "sta" dinanzi all'emozione, che mi sembra assumere il potere di determinare o meno  la creazione di nuovi paessaggi interiori .Siamo in un' atmosfera di movimento e fissità insieme; la nostra stabilità, il nostro senso di essere "Io" incontra una perturbazione interna.Lo scrittore Yann Martel, per esempio, illustra cosa accade quando emerge la paura:

" (...) E' lei l'unico vero avversario.Solo la paura può sconfiggere la vita.E' un' avversaria intelligente e perfida, io lo so bene.Non ha dignità, non rispetta leggi nè regole, non ha pietà.Cerca i tuoi punti deboli, e li scova con facilità.Comincia dalla mente, sempre.Fino ad un attimo prima sei calmo, controllato, felice.Poi la paura, travestita da piccolo dubbio innocente, si intrufola nella tua mente come una spia.Il dubbio incontra lo scetticismo, che prova a buttarlo fuori. Ma lo scetticismo è un soldato di fanteria con poche risorse.Il dubbio se ne sbarazza facilmente.Diventi inquieto.Entra in campo la ragione.Sei rassicurato: la ragione possiede le armi tecnologiche più avanzate. Ma, con tua grande sorpresa, nonostante la sua superiorità tattica e una serie di vittorie inconfutabili, la ragione viene messa al tappeto.Ti senti vulnerabile, impotente. L'angoscia si trasforma in terrore.
Poi la paura invade completamente il corpo, il quale nel frattempo, ha subodorato che qualcosa non va. I polmoni volano via come uccelli e il fegato se la squaglia quatto come un serpente.La lingua stramazza stecchita come un opossum, le mandibole cominciano a galoppare sul posto. le orecchie diventano sorde. 
Ti affretti a prendere decisioni avventate.Liquidi i tuoi ultimi alleati: la speranza e la fiducia.Ecco che ti sei sconfitto da solo. La paura - un semplice sentimento- ha trionfato.
E' difficile da spiegare. La paura, la vera paura, quella che ti scuote fino alle ossa, quella che provi quando sei faccia a faccia con la morte, si annida nella tua memoria come fosse una cancrena: minaccia di far marcire tutto, anche le parole per esprimerla.Dunque devi sforzarti di parlarne. Se non lo fai, se la paura diventa una oscurità inespressa che cerchi di evitare e che forse riesci persino a dimenticare, ti esponi ai suoi attacchi futuri. Perchè hai lasciato che ti colonizzasse". (da La vita di Pi, Yann Martel).

Di questo scritto mi colpisce l'utilizzo di un  linguaggio di guerra.La paura è un avversario che colonizza, sfidando in campo altre parti di noi, come  lo scetticismo e  la razionalità, vincendo la speranza e la fiducia.
Ma davvero la paura ci grida un messaggio di guerra?O semplicemente è, con il suo linguaggio ed i suoi motivi di esistere?
Sento parlare spesso di conflitti interni, battaglia interiore, armature e combattimenti.
Eppure, in questo scenario di guerra, come una vallata sulla quale si svolge una battaglia, mi chiedo per esempio  cosa è di noi cielo, tempo, spazio intorno, vento.Cosa " rimane" in pace e non partecipa alla guerra.In altre parole, cosa di noi  non si lascia intimorire ed  osserva quieto cosa accade.
Credo che possiamo scegliere "dove" stare e cosa determinare, guardando in viso tutte le nostre parti, anche quelle più temibili. Se le chiudiamo nello scantinato dell'inconscio, perdiamo la possibilità di ascoltarle e viverle.
In Occidente il dolore, la paura, la tristezza ecc, sono diventate emozioni che atterriscono.Sono da evitare o attaccare, eppure esse fanno parte di noi. Occorre un immenso coraggio per aprire le porte, per rimanere tremanti dinanzi a ciò che siamo, ma forse vale la pena farlo: attraversando le soglie rimaniamo noi stessi, ma nello stesso tempo stiamo cambiando.Le emozioni, tutte le emozioni,  ci fanno muovere e questa, credo, è l'essenza dell'essere vivi.
Dott.ssa Sonia Petroni

2 commenti:

  1. Questo scritto è davvero molto interessante. E' proprio vero che emozioni e sentimenti così importanti come la paura e l'amore possono essere visti e vissuti da diverse prospettive, una distruttiva e una potenzialmente più positiva. Tra l'altro, secondo me, è possibile trovare ancora diverse sfumature fra questi poli.

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  2. Grazie Carolina, delle sfumature ne scriverò presto.Per ora sono stata sul "grosso", viaggiando ai poli, agli estremi delle emozioni.Se vuoi possiamo intavolare una discussione.Un abbraccio,Sonia

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